venerdì 20 novembre 2009

Niente regali alle mafie



La Tavola della pace invita tutti a firmare l'appello di Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, per bloccare la vendita dei beni confiscati!
Niente regali alle mafie: i beni confiscati sono cosa nostra!



Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Oggi quell'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni
confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.
La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.
Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan.
S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie.
Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti “cosa nostra”.

Tra i primi firmatari: Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico - Guglielmo Epifani, segretario CGIL - Paolo Beni, presidente Arci - Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Michele Curto, presidente di FLARE (Freedom, Legality and Rights in Europe) - Tito Russo, coordinatore nazionale UDS (Unione degli Studenti), Michele Mangano, presidente Auser - Francesco Breviario - operatore Responsabile CISL Lombardia - Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.

E inoltre: Nando Dalla Chiesa, Salvo Vitale, Rita Borsellino, Sandro Ruotolo...


***

Lettera ai presidenti delle associazioni nazionali

Gent.le Presidente,
venerdì 13 Novembre il Senato ha approvato, all'interno della legge finanziaria per il 2010, un emendamento che modifica la legge La Torre-Rognoni sulla confisca dei beni ai mafiosi. Grazie a questo emendamento sarà possibile la vendita dei beni confiscati, una modifica sostanziale rispetto ai principi della legge 109/96 che permette oggi il riutilizzo sociale.
Più di dieci anni fa abbiamo raccolto un milione di firme che spinsero la legge 109/96 verso un approvazione all'unanimità, affermando il principio che le “mafie restituiscono il maltolto” e che il riutilizzo sociale divenisse il motore per il riscatto sia economico che sociale dei territori.
Con l'emendamento proposto si mette seriamente a rischio questa possibilità. Svendendo i beni confiscati non si fa altro che favorire i clan, che potrebbero riacquistare i beni tramite prestanomi e riciclando soldi sporchi.
E' importante una reazione di tutto il mondo dell'antimafia sociale. Il disegno di legge si appresta ad arrivare alla Camera per l'approvazione definitiva, urge mobilitarsi affinchè il parlamento ritiri
questo emendamento e dia applicazione alla norma che prevede la confisca dei beni anche per i reati di corruzione.
In questi giorni è nostra intenzione sensibilizzare la cittadinanza e i territori per sostenere l'appello che chiede il ritiro di questa norma. L'appello, appena raccolte le prime firme, verrà pubblicato on-line e si chiederà a chiunque di sottoscriverlo.
Inoltre è in preparazione una mobilitazione a sostegno dell'appello. Martedì 24 Novembre a Roma, presso la bottega della legalità “Pio La Torre” in via dei prefetti 23, organizzeremo “un'asta simbolica” dove “svenderemo” alcuni beni confiscati. Sabato 28, tutti i coordinamenti di Libera, le associazioni che fanno parte della rete, e tutte le soggettività della società responsabile intenti a difendere la legge 109/96, organizzeranno un presidio in ogni provincia dove ci sono beni confiscati che possono essere oggetto di vendita e si raccoglieranno le firme per il ritiro
dell'emendamento.
Vi chiediamo di aderire all'appello e rendere visibili nelle vostre reti tutte le iniziative tese alla difesa del riutilizzo sociale dei beni confiscati.

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele

Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Per adesioni e/o info
0669770326
organizzazione@libera.it
3335497211
roberto.iovino@libera.it

Nessun commento: