sabato 28 novembre 2009

Comitato Acqua Napoli : riunione del 25/11 resoconto, proposte, prossime scadenze



aggiornamenti: c'è anche un gruppo su facebook, si chiama "Acqua Pubblica", ha già 110 mila adesione e ha come obiettivo il referendum

Oggi 3 dicembre 2009 si riunisce il comitato Acqua Napoli, alle ore 17, presso la  Federconsumatori, in corso Umberto I°, 381




REPORT DELLA RIUNIONE DEL COMITATO ACQUA NAPOLI DEL 25 NOVEMBRE ‘09

Alla riunione, molto partecipata e numerosa, e alla quale hanno preso parte anche persone di Caserta e della provincia di Napoli, dopo un aggiornamento della situazione nazionale, regionale e locale per quanto attiene al servizio idrico e alla gestione dei beni comuni,ovvero che:
A livello nazionale: Il 19 novembre scorso, il dl 135/9, detto anche decreto Ronchi, è stato convertito in legge ponendo ancora una volta la fiducia, obbligando ancor di più alla privatizzazione dell’acqua,dei trasporti su gomma e dei rifiuti gli Enti Locali costretti a ricorrere a bando di gara europeo per l’affidamento della gestione di detti servizi pubblici.
In Campania il 2 novembre scorso è stato pubblicato sul BURC il bando di gara della Regione per affidare ai privati la gestione e la manutenzione degli acquedotti campani di Sarno e di Torano-Biferno(v. burc in allegato).
A Napoli il 30 luglio ’09 il Consiglio Comunale ha approvato una mozione in cui “il Comune si è espresso a favore del mantenimento in mano pubblica del servizio idrico e di introdurre nello Statuto del Comune di Napoli che l’acqua è un bene comune, privo di rilevanza economica e che pertanto deve essere gestito da un soggetto totalmente pubblico. Inoltre la mozione spinge ad introdurre il concetto di minimo vitale giornaliero per le fasce meno abbienti della popolazione.”
L’ATO(Ambito territoriale Ottimale)2, comprendente 136 Comuni di Napoli e Caserta, ancora non ha provveduto ad affidare la gestione del servizio idrico integrato, e pertanto andrà a gara europea per l’affidamento della gestione.

Dopo aver approfondito le varie questioni inerenti le scelte fatte dal Comune di Napoli, dalla Regione Campania e dal Parlamento Italiano, il Comitato Acqua Napoli, si propone quanto segue:

  • allargare il fronte accomunando all’acqua anche i beni comuni, in particolare i rifiuti, visto che i napoletani ( e i campani) sono in fermento per la Tarsu pur subendo una cattiva gestione dei rifiuti.
  • evidenziare gli effetti negativi delle gestioni da parte dei privati (v. caso ato3 che ha affidato la gestione della sua acqua alla Gori SpA, che ha maturato attualmente 31 milioni di disavanzo, e prodotto aumenti delle tariffe fino al 300%)
  • spingere la Regione Campania ad impugnare il decreto Ronchi che obbliga ad andare a gara Enti Locali, e a presentare ricorso presso il TAR (come già ha fatto la Puglia) e presso la Corte Costituzionale e la Corte Europea perché incostituzionale, contro l’art.15 del dl 135/09, a tutela dell’autonomia degli EELL, riconosciuta dalla Costituzione. Tale decreto va anche contro gli art. 2,42,114,117,etc.della Costituzione Italiana e contro la dichiarazione del Parlamento europeo del 15/3/06(…acqua come bene comune dell’umanità e come tale l’accesso è un diritto umano fondamentale…e che la gestione coinvolga anche gli utenti…)
  • alla Regione Campania chiedere modifica della legge regionale, inserendo: acqua priva di rilevanza economica e non assoggettabile al mercato e gestita da Enti di diritto pubblico.
  • FARE PRESSIONE PRESSO LA REGIONE affinchè ritiri il bando di gara che avvia a privatizzazione i due acquedotti campani Torano/Biferno e Sarno .
  • parlare alla gente, denunciare quanto sta accadendo, e opporci a questa forma di dittatura da parte del governo, che ricorre per la ventiseiesima volta alla fiducia per imporre leggi ai danni dei cittadini, e a favore dei potentati economico-politici.
  • fare pressione affinchè il Comune di Napoli deliberi la mozione approvata in Consiglio Comunale il 30 luglio, al più presto, e modifichi lo Statuto Comunale inserendo quanto deciso al riguardo e su menzionato.
  • avviare una raccolta firme coi cittadini per chiedere la modifica dello Statuto.
  • inoltrare in lista la lettera che Fabio ha letto in riunione e, in quanto approvata, farla girare in ml.
  • il Comitato ribadisce il suo NO alle SpA , anche se in house, che tra l’altro,a seguito del decreto Ronchi, avranno vita breve ed attuabili solo in via eccezionale..

E’ ARRIVATO IL MOMENTO DEL FARE, E DEL FARE INSIEME!
Pertanto è stato proposto di:
  • organizzare una fiaccolata/ presidio davanti al Comune di Napoli, e nella stessa occasione iniziare a raccogliere firme per ottenere l’attuazione della delibera comunale riguardante la modifica dello Statuto del Comune di Napoli.
  • stampare un manifesto che riporti la lettera di Zanotelli sull’acqua, inserendo la nostra condivisione ad esso, il nostro no al decreto Ronchi, al bando di gara regionale, alla privatizzazione di tutti i beni comuni, e dando, come Comitato Acqua Napoli, l’appuntamento alla fiaccolata.

QUESTI I PROSSIMI APPUNTAMENTI:

Ci si rivede come Comitato Acqua Napoli
  • il 3 dicembre, alle ore 17,30 presso la sede della Federconsumatori, in corso Umberto I°, 381-Napoli
  • il 9 dicembre p.v. come Coordinamento regionale campano acqua - alle ore 17,30 - presso la sede di Ingegneria senza Frontiere, p.zza Cavour, 38 Napoli (fermata metropolitana p.zza Cavour della linea –ingresso laterale alla scuola e al garage )
  • il 14 dicembre -fiaccolata in p.zza Municipio, davanti al Comune di Napoli,ore 17,30 e banchetti firme.

SONO INVITATE A PARTECIPARE TUTTE LE REALTA’ CHE CREDONO CHE SULL’ACQUA CI GIOCHIAMO IL FUTURO E CHE LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DEBBA ESSERE AFFIDATA A SOGGETTI REALMENTE PUBBLICI. QUINDI SINDACATI, ASSOCIAZIONI, COMITATI, GRUPPI E SINGOLI CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE E AD INOLTRARE LA NOTIZIA !!!

giovedì 26 novembre 2009

CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA”

Comunicato stampa

Approvato l'Art. 15: acqua privata per tutti!
La battaglia non si ferma: andremo avanti nei territori e a livello nazionale


Oggi con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l'esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell'acqua potabile in Italia.

Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com'è l'acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è sceso da subito in campo per contrastare questo provvedimento con la campagna nazionale "Salva l'Acqua" verso la quale si è registrata un'elevatissima adesione.

Ad oggi abbiamo consegnato al Presidente della Camera 45.000 firme a sostegno dell'appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l'acqua.

Inoltre, migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all'Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali, migliaia di persone hanno inviato mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09, molte personalità hanno espresso da una parte la loro indignazione e dall'altra il loro sostegno alla campagna.

In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l'acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.

Come Forum dei Movimenti per l'Acqua siamo indignati per la superficialità con cui il Governo, senza che esistessero i presupposti di urgenza, ha voluto accelerare la privatizzazione dell’acqua.

A questo punto siamo convinti che la contestazione dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell'acqua tramite il riconoscimento dell'acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.

Queste percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d'Italia, da ultimo quello di Venezia.

Il popolo dell'acqua continuerà la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico assumendo iniziative territoriali e nazionali volte a superare l'Art. 15 del decreto legge.

Come Forum dei Movimenti, chiediamo a tutta la società civile di continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali

A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.



Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

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FIRMA L'APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA”
IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

Maledetti!

Chi vuole aderire alla Lettera di Zanotelli scriva un'email all'indirizzo: beni_comuni@libero.it con la scritta: aderisco.

Acqua privatizzata - “MALEDETTI VOI….!”

Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di
-protestare contro il decreto Ronchi , inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di
-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’ acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”


Alex Zanotelli

venerdì 20 novembre 2009

Niente regali alle mafie



La Tavola della pace invita tutti a firmare l'appello di Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, per bloccare la vendita dei beni confiscati!
Niente regali alle mafie: i beni confiscati sono cosa nostra!



Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Oggi quell'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni
confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.
La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.
Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan.
S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie.
Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti “cosa nostra”.

Tra i primi firmatari: Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico - Guglielmo Epifani, segretario CGIL - Paolo Beni, presidente Arci - Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Michele Curto, presidente di FLARE (Freedom, Legality and Rights in Europe) - Tito Russo, coordinatore nazionale UDS (Unione degli Studenti), Michele Mangano, presidente Auser - Francesco Breviario - operatore Responsabile CISL Lombardia - Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.

E inoltre: Nando Dalla Chiesa, Salvo Vitale, Rita Borsellino, Sandro Ruotolo...


***

Lettera ai presidenti delle associazioni nazionali

Gent.le Presidente,
venerdì 13 Novembre il Senato ha approvato, all'interno della legge finanziaria per il 2010, un emendamento che modifica la legge La Torre-Rognoni sulla confisca dei beni ai mafiosi. Grazie a questo emendamento sarà possibile la vendita dei beni confiscati, una modifica sostanziale rispetto ai principi della legge 109/96 che permette oggi il riutilizzo sociale.
Più di dieci anni fa abbiamo raccolto un milione di firme che spinsero la legge 109/96 verso un approvazione all'unanimità, affermando il principio che le “mafie restituiscono il maltolto” e che il riutilizzo sociale divenisse il motore per il riscatto sia economico che sociale dei territori.
Con l'emendamento proposto si mette seriamente a rischio questa possibilità. Svendendo i beni confiscati non si fa altro che favorire i clan, che potrebbero riacquistare i beni tramite prestanomi e riciclando soldi sporchi.
E' importante una reazione di tutto il mondo dell'antimafia sociale. Il disegno di legge si appresta ad arrivare alla Camera per l'approvazione definitiva, urge mobilitarsi affinchè il parlamento ritiri
questo emendamento e dia applicazione alla norma che prevede la confisca dei beni anche per i reati di corruzione.
In questi giorni è nostra intenzione sensibilizzare la cittadinanza e i territori per sostenere l'appello che chiede il ritiro di questa norma. L'appello, appena raccolte le prime firme, verrà pubblicato on-line e si chiederà a chiunque di sottoscriverlo.
Inoltre è in preparazione una mobilitazione a sostegno dell'appello. Martedì 24 Novembre a Roma, presso la bottega della legalità “Pio La Torre” in via dei prefetti 23, organizzeremo “un'asta simbolica” dove “svenderemo” alcuni beni confiscati. Sabato 28, tutti i coordinamenti di Libera, le associazioni che fanno parte della rete, e tutte le soggettività della società responsabile intenti a difendere la legge 109/96, organizzeranno un presidio in ogni provincia dove ci sono beni confiscati che possono essere oggetto di vendita e si raccoglieranno le firme per il ritiro
dell'emendamento.
Vi chiediamo di aderire all'appello e rendere visibili nelle vostre reti tutte le iniziative tese alla difesa del riutilizzo sociale dei beni confiscati.

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele

Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Per adesioni e/o info
0669770326
organizzazione@libera.it
3335497211
roberto.iovino@libera.it